Il Cavaliere

Il cavaliere è la figura più rappresentativa del Medioevo. Nel XIII secolo, in Capitanata, l’ordine cavalleresco era nella maggior parte dei casi riservato alla nobiltà. Sin da piccoli i ragazzi venivano addestrati all’arte della guerra, ad andare a cavallo, a dare di spada. Dopo i 14 anni i giovani nobili seguivano altri cavalieri in caso di guerra e dopo qualche anno ricevevano la cerimonia cosiddetta “addobbamento”. Questo rito prevedeva la benedizione delle armi e la “collata”, ovvero l’ultimo schiaffo che il nuovo cavaliere avrebbe ricevuto prima di divenire tale. 

I cavalieri avevano l’equipaggiamento più avanzato dell’epoca. La protezione contro i colpi da botta era una giubba imbottita di bambagia o altri tessuti. Sopra di questa veniva indossato l’usbergo, un’armatura fatta di anelli di ferro intrecciati e rivettati che permetteva di non subire danni da colpi di taglio. L’usbergo copriva torso, braccia, mani e testa. Anche le gambe potevano essere coperte di cotta di maglia, se il cavaliere poteva permetterselo. Sopra l’usbergo il cavaliere indossava una sovrasberga o sovracotta con le insegne proprie o familiari.  

A seconda poi della maturazione delle tecnologie, le protezioni potevano variare. L’elmo poteva essere aperto con un nasale, oppure coperto da una maschera o interamente ricoprire la testa. 

Il cavaliere poteva poi disporre sul torace della cosiddetta “lameira” con le prime protezioni di piastre d’acciaio fissate su tessuto o cuoio. 

Uno scudo proteggeva il braccio libero dalla spada e, durante le cariche, il cavaliere stringeva sotto il braccio una lancia molto lunga che serviva a disarcionare i cavalieri nemici. 

Poteva infine avere una mazza o un coltello per gli scontri atterra qualora fosse disarcionato. 

L’obbligo del cavaliere era quello di fornire il servizio militare per un certo periodo di tempo quando richiesto dal Re in cambio di terre, città o castelli.