Durante il XII e il XIII secolo, il pellegrinaggio divenne una pratica diffusa e significativa nell’Europa medievale. I pellegrini, mossi principalmente da motivazioni spirituali, si avventuravano lungo vie tortuose e pericolose verso luoghi sacri come Santiago di Compostela, Roma o Gerusalemme. Indossavano abiti semplici e portavano con sé simboli religiosi, come croci o medaglie, testimoni della loro devozione. Uno dei simboli più identificativi del pellegrino era il cosiddetto “bordone” ovvero il bastone lungo e robusto utilizzato come supporto durante il viaggio a piedi e, alle volte, come arma per difendersi contro briganti o sconosciuti.
I pellegrini incarnavano un ideale di umiltà e rinuncia, abbracciando la povertà e la fatica come vie di purificazione e redenzione. Attraverso il loro viaggio, trasportavano non solo le loro speranze individuali, ma anche il desiderio collettivo di rinnovamento e salvezza per sé e per la società. Il loro pellegrinaggio rappresentava un’esperienza di trasformazione e condivisione, un legame tangibile tra l’uomo e il divino, che ha plasmato profondamente la cultura e la spiritualità del Medioevo europeo.
Un caso emblematico per la Capitanata riguarda il Santuario di San Michele presso Monte Sant’Angelo (FG) sulla cima del Gargano. Qui già dal VII secolo i pellegrini visitavano la grotta dove avvenne l’apparizione sacra. Fu inoltre meta di pellegrinaggio per Re, Papi e Imperatori. Con il passare del tempo il Santuario divenne tra le principali mete di pellegrinaggio dell’intera Europa.